Dall’incubazione alla trasmissione fino ai sintomi: tutto quello che c’è da sapere su questo nuovo virus.
Dopo il primo caso a Roma, scatta l’allarme in Veneto per il vaiolo delle scimmie. Il nuovo virus sta dilagando in tutta Europa, arrivato a inizio maggio nel Regno Unito importato dalla Nigeria. Al momento sono stati colpiti oltre 80 pazienti tra Gran Bretagna, Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia, Australia, Canada e Stati Uniti.
In Italia, tre uomini sono ricoverati allo Spallanzani di Roma e le loro condizioni non sono gravi. Il ministero della salute ha lanciato l’allerta per tutte le regioni. Una nota del ministero rivolta ai medici chiede particolare attenzione a pazient con rash vescicolari, soprattutto in Msm (gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. “I casi sospetti devono essere isolati e testati tempestivamente e, una volta anonimizzati, segnalati alla Regione. Gli operatori sanitari che assistono i casi devono indossare idonei dispositivi di protezione individuale. Per i casi confermati devono essere implementate da subito le attività di tracciamento, comprendendo gli operatori sanitari e non che hanno avuto contatti con i pazienti durante la permanenza nelle strutture sanitarie».
Contagio e vaccino
Il contagio avviene prevalentemente per contatto con animali infetti o con persone che hanno soggiornato in zone a rischio, attraverso il contatto diretto con le vescicole, con i fluidi corporei, le goccioline di saliva e indumenti contaminati. Il periodo di incubazione va dai 5 ai 21 giorni, scrive il ministero della salute. Data la somiglianza del virus al vaiolo umano, il vaccino di quest’ultimo protegge anche dalla nuova malattia.
Le persone nate dopo il 1981 hanno un maggior rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie poiché questi non sono vaccinati contro il vaiolo. Inoltre, il virus può essere mutato ed essere diventato più trasmissibile per gli uomini in questi anni. Il vaiolo delle scimmie è una malattia che in genere colpisce gli animali selvatici ed è raro il contagio con l’uomo. Nonostante questo non abbassa la guardia il ministero che sottolinea che il tasso di mortalità per il ceppo del Congo arriva anche al 10%.
Resta il problema che in Italia l’obbligatorietà del vaccino per il vaiolo è stata eliminata dal 1981. Il vaccino era stato obbligatorio a partire dal 1888 ma nel 1979 l’Oms aveva dichiarato debellato il vaiolo. Ma è ancora presto prevedere un ritorno dell’obbligatorietà dell vaccino dato che i casi sono ancora pochi.
Sintomi e trasmissione sessuale
«I sintomi sono febbre, dolori muscolari e successivamente vescicole e pustole simili a quelle della varicella, soprattutto sul viso e nelle zone dei genitali — spiega la professoressa Evelina Tacconelli, docente di Malattie infettive all’Università di Verona. Nel Regno Unito sembrerebbe esserci un numero di casi associati a rapporti sessuali, per questo motivo è richiesta attenzione nei Centri infettivologi, urologici e dermatologici che gestiscono anche casi di malattie sessualmente trasmesse».
Ma il professor Nicastri direttore della Divisione di Malattie Infettive ad elevata intensità di cura allo Spallanzani, ha dichiarato: «Non c’è ancora la certezza che questa malattia colpisca in particolare gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, quindi non creiamo inutili ghettizzazioni». Ad evitare il panico anche la prof. Viola dell’Università di Padova che chiarisce che il numero dei contagi è ancora basso quindi non c’è bisogno di creare allarmismi.